L’epoca del “sesto grado” si colloca tra le due guerre mondiali, tra il 1920 e il 1940 circa. Si iniziò a misurare la difficoltà delle salite, si diffuse l’uso di chiodi, corde e moschettoni, che resero possibile il superamento di grandi pareti con uno stile che oggi definiamo artificiale. Allo stesso tempo germogliò il seme dell’arrampicata libera, ispirata ad un confronto puro con la montagna senza l’ausilio di mezzi tecnici.
Ettore Castiglioni, eroe romantico di questo periodo, interpreta entrambe queste anime. Elegante, malinconico, profondamente innamorato della montagna e dotato di vasta cultura e tecnica alpinistica, aprì oltre 200 vie, distinguendosi tra i migliori di quel periodo. Morì in circostanze misteriose nel 1944, assiderato mentre fuggiva dalla prigione del passo Maloja dov’era stato rinchiuso e privato di scarpe e vestiti. Venne rinvenuto a quota 2600 metri, avvolto in una coperta, in Valmalenco.
Aveva 36 anni.
Per la sua attività Castiglioni è stato onorato con il titolo di Giusto dell’Umanità.
Sara Sottocornola e Nicoletta Favaron commenteranno l’alpinismo dell’epoca e il ruolo del cinema di montagna nel racconto di queste esperienze, con l’ausilio di brevi filmati storici.